In Italia, l’interruzione di gravidanza è legale dal 1978. Tre anni dopo la sua entrata in vigore la legge 194 è stata messa in discussione. Da una parte c’erano i Radicali che chiedevano di eliminare il limite dei 90 giorni per ricorrere all’Ivg. Dall’altra, il Movimento per la Vita – di matrice cattolica – che chiedeva l’abrogazione dell’aborto o, in alternativa, che fosse limitato a necessità terapeutiche.
L’acceso dibattito nell’opinione pubblica aveva portato alle urne il popolo italiano per rispondere al quesito di due referendum. Entrambi respinti: la 194 doveva rimanere così come era stata originariamente formulata.
Negli ultimi anni è centrale il tema della pillola abortiva Ru 486 che, nonostante i vantaggi, viene osteggiata su più fronti. Anche in piena pandemia molte strutture ritengono necessario il ricovero, rendendo così il diritto di accesso all’Ivg quasi impossibile.
La nuova frontiera è la telemedicina. Con questo termine si intende l’assistenza medica in forma telematica, in cui il medico assiste la paziente online. Dopo l’assunzione della Ru 486 la donna può essere seguita con videochiamate e messaggi, evitando il rischio di essere contagiata durante la permanenza in ospedale. Cosa stiamo aspettando?
Chiara Barison
2 risposte a “40 anni fa l’Italia difendeva l’aborto”
[…] ancora oggi sottoposte a violenze fisiche e psicologiche, anche se, grazie alla legge 194 approvata 43 anni fa, l’aborto nel nostro Paese non dovrebbe più essere né un crimine né uno […]
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[…] le rivendicazioni che vennero dopo, per il diritto all’aborto, il divorzio, la parità salariale, e quelle che verranno partono anche da qui, da quel 2 giugno di […]
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